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Inadeguatezza degli organici

Ultimamente con più note, di sigla ed unitarie, questa Segreteria e quelle di molti Coordinamenti regionali Sicilia e Lazio quelli più recenti e pressanti, stanno denunciando l’insostenibile situazione determinata dall’inadeguatezza degli organici.

Finora, a parte una breve e ormai lontana nel tempo dichiarazione di disponibilità del Ministro Castelli a discutere del problema, tutto cade nel vuoto e sembra che non ci sia via di soluzione.

Un debole segnale, nuovo e contraddittorio, è rappresentato dalla risposta del Capo del Dipartimento ad un documento unitario inviato dai Coordinamenti regionali della Sardegna.

In quel documento si conferma il valore delle piante organiche del 2001 ma si addossa la causa dei problemi del personale all’apertura delle sezioni detentive ed all’assunzione di nuovi compiti.

Una contraddizione in termini ma che, finalmente, sembra far prendere atto all’Amministrazione del fatto che l’organico non è un dato statico ed immutabile ma risente di fatti nuovi.

Conseguenza dovrebbe essere quella di avviare un confronto come noi da anni stiamo invocando.

Un confronto che ponga termine al “turismo forzato” del personale inviato con frequenza preoccupante in servizio fuori sede, sia in ambito provveditoriale che nazionale, per far fronte ad esigenze spesso ampiamente prevedibili ma affrontate con affanno e con ritardo.

Il più evidente riflesso negativo è l’esaurimento delle risorse disponibili per il pagamento delle missioni, problema tragico e costante nella nostra amministrazione, che aggiunge al danno della mobilità forzata la beffa del dover far gravare sui bilanci familiari degli interessati le esigenze dell’Amministrazione stessa.

Inutile, poi, far riferimento all’incontrollabilità di questa mobilità che fa gravare sull’organico del singolo istituto le assenze temporanee per i più disparati motivi. Succede per il GOM, per i distacchi per gravi esigenze familiari, per le esigenze più disparate dell’Amministrazione.

 

Su questo pesa poi, il sovraffollamento degli istituti, in continua e preoccupante ascesa, che determina carichi di lavoro insopportabili e, soprattutto, l’esigenza di reperire nuove strutture dove ospitare la popolazione detenuta. Una situazione dinamica che, al contrario, diventa statica in materia di piante organiche come sopra accennato.

A questo quadro a fosche tinte va aggiunto il fatto che le relazioni sindacali sul territorio sono in crisi crescente tanto che gli accordi decentrati, conseguenti l’accordo quadro nazionale, sono ancora nella fantasia di funzionari e dirigenti che rifiutano o limitano il confronto e le prerogative sindacali.

Da sempre noi sosteniamo l’esigenza di un confronto, costruttivo e teso a far esprimere ad ampio respiro le diverse anime sindacali nella convinzione che quel che conta poi alla fine è la capacità propositiva e la volontà di chiudere accordi nell’interesse primario del personale.

Dopo lo stop al FESI 2004 che doveva riprendere entro 15 giorni, quindi nella prima settimana di giugno, non poca è la sorpresa che abbiamo avuto nel leggere un comunicato apparso sul sito internet della FSA che la “Grande Coalizione” [Sappe - FSA - Sinappe] ha indirizzato tre note a numerose Autorità politiche e amministrative per discutere con “urgenza” delle problematiche relative al GOM (udite, udite), agli organici degli istituti penitenziari, al riordino delle carriere ecc., ecc, eccetera e… chi più ne ha più ne metta.

 

 

Salvo, naturalmente, dimenticarsi di citare i ritardi per la ripresa del confronto sul FESI 2004.

Peccato, però, che abbiano dimenticato di inviare le note all’interlocutore istituzionale, vale a dire il Ministro della Giustizia (chissà perché!!!).

Come e per quale ragione il “più grande sindacato della Polizia Penitenziaria” e quelli che, da questo, fino a ieri erano considerati “cespugli e cespuglietti” si siano riuniti sotto la stessa bandiera è tutto da scoprire, ma siamo certi che non mancheremo di verificare le conseguenza della “santa alleanza”. Purtroppo, riteniamo noi, sulla pelle dei colleghi.

Del resto siamo abituati a sentire tutto e il contrario di tutto. Basti pensare che soltanto poco tempo fa il Sappe aveva diramato un comunicato sostenendo che le proteste di altre sigle sindacali in Sicilia erano strumentali mentre adesso è diventato uno dei motivi della richiesta di incontro.

Il vecchio ma “efficace” giochino del “rilancio”, augurandosi che la memoria del personale sia debole e non rammenti, proclami e promesse come quelle che, recentemente, irridevano alla mancata chiusura del contratto del pubblico impiego, decantando le proprie lodi per aver garantito un contratto biennale “faraonico”. Ritenuto tale solo dal Sappe .

Tranne, poi, fare una precipitosa inversione di marcia per attribuirsi anche il merito del confronto che dovrà definire la differenza percentuale da riconoscere agli operatori della sicurezza rispetto all’accordo definito per il pubblico impiego.

Cosa dire, ancora, di quel sindacato “filo governativo”, come ama definirlo il proprio “leader, che oggi scopre l’esigenza di un confronto con il suo “Governo” a tutela di quei colleghi che con improvvide dichiarazioni nel corso di una riunione al DAP sono stati definiti poco elegantemente per usare un eufemismo.

Speriamo che certe inconsulte definizioni non diventino patrimonio collettivo e qualifichino la “Grande Coalizione” per quello che è in realtà, e cioè una occasionale aggregazione intorno ad interessi spiccioli in difesa di “piccoli” progetti.

Interessi come quello che mira ad escludere una parte rilevante del personale di polizia penitenziaria (Nuclei TP e posti fissi) dal FESI 2004, con la scusante delle necessità di fare presto per dare i soldi ai colleghi.

Già in altra occasione abbiamo chiesto e rinnoviamo la richiesta. Quali soldi?

Quelli che non sono ancora disponibili nelle casse del DAP?

Ma siamo certi che, anche in questo caso, non esiteranno a fare una spudorata retromarcia per addebitare ad altri il ritardo nell’accredito delle somme da parte del Ministero dell’Economia.

Chi renderà conto dei guasti che si stanno arrecando e si arrecheranno?

Oggi il “cartello” autonomo va vantando la maggioranza percentuale e cerca di “forzare” la mano per sottoscrivere un accordo “nell’interesse dei colleghi”.

Siamo sicuri che almeno una parte di quella percentuale “maggioritaria” ha già dei buoni motivi per riflettere sull’opportunità di confermare l’adesione alla “Grande coalizione”. Ottobre si avvicina….

Il Segretario Generale
Massimo Tesei