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La faccia “feroce” dei fiancheggiatori

Dopo le prese di posizioni di CGIL, CISL, UIL sul FESI 2004, il “più grande sindacato della polizia penitenziaria” ha irriso i confederali sorprendendosi per l’interruzione di un silenzio, solo a lui noto.

Il “più grande sindacato della polizia penitenziaria” - affiancato dagli “arbusti”, che prima irrideva come “cespuglietti”, – ha anche trovato il tempo di firmare un comunicato congiunto in cui si accusano <udite, udite> di demagogia i confederali.

Detto dai maestri di tale “arte”, la vicenda assume toni surreali e farseschi.

Farseschi al pari delle smentite sulle posizioni assunte in Sicilia dai rappresentanti locali del “più grande sindacato della polizia penitenziaria”, che hanno osato affiancare nella protesta i rappresentanti sindacali delle altre sigle.

Nella protesta, prima erano tutte, poi man mano che crescevano “certe pressioni” alcuni pezzi si sono persi. I soliti. Anzi, no, perché tempo addietro “più grande sindacato della polizia penitenziaria” era nelle piazze siciliane a urlare contro il “Governo centrale del DAP”.

Altri tempi….

Un comportamento curioso che si spiega soltanto se si analizza quanto sta avvenendo nel “palazzo” e dintorni.

I demoni di ieri sono i santi e martiri di oggi, in un andirivieni di posizioni che hanno una sola logica spiegazione.

Alzare un immane polverone, per offuscare tutto e nascondere la realtà.

Una realtà amara per i coloro che operano in prima linea e che si deve, dopo tanto menar vanto, addossare alla responsabilità degli altri.

Meglio se confederali.

Purtroppo per questi demagoghi, le tasche degli operatori non hanno colore se non quello della valuta che possono contenere.

 

 

Le tanto strombazzate cifre, scompaiono alla prova degli stipendi ed allora via col prossimo giro di giostra.

Ieri invito alla cacciata del Direttore Generale del personale e della formazione, poi dagli addosso al Ministro Castelli ed al pres. Tinebra, poi la “caccia” ad alcuni Provveditori e di nuovo un altro giro.

Chi osa accusare quei signori?

Solo il “più grande sindacato della polizia penitenziaria” ed i suoi arbusti se lo possono permettere, secondo la convenienza del momento.

Non è vero che manca il personale in Sicilia e nel Lazio - dove hanno manifestato i loro quadri l’altro giorno – la colpa adesso è del personale [definito, peraltro, da qualche “tribuno maximo” nel corso di alcune riunioni, ultima quella sul FESI 2004, assenteista e profittatore] e dell’Amministrazione locale, ergo i Provveditori regionali competenti.

Stessa giostra si verificherà di certo quando esploderanno le questioni relative a Campania e Sardegna.

Ieri Governo beatificato, poi, sull’onda della protesta generalizzata per la riduzione degli stanziamenti per il FESI, Governo fellone.

Oggi Governo lungimirante al pari dei suoi fiancheggiatori che hanno sottoscritto un contratto da fame e irrisione dei rappresentanti sindacali del Pubblico impiego incapaci di chiudere accordi.

Non conoscevamo il limite di certe facce di bronzo, oggi incominciamo a vederne l’orizzonte.

È un orizzonte che sfiora il conflitto di interessi, curioso no?

Un orizzonte dove ruolo sindacale e professionale si intersecano e mutuano i reciproci vantaggi. Che si concretizzino nei corridoi del DAP o nelle piazze d’armi poco importa.

Danno un solo risultato: l’umiliazione del ruolo sindacale.

 

Il Segretario Generale
Massimo Tesei