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Audizione Commissioni Permanenti
Camera dei Deputati

Questa Segreteria, al pari di quelle delle altre OO.SS. del Comparto Sicurezza, è stata convocata per il giorno 23 giugno ( ndr la riunione è stata rinviata al 30 giugno) dalla Presidenza delle Commissioni Permanenti riunite I e IV della Camera dei Deputati per l’audizione in merito ai disegni di legge concernenti:

- Istituzione del comparto autonomo per le Forze di polizia e le Forze Armate
- Armonizzazione del trattamento giuridico ed economico del personale delle Forze di polizia e delle Forze Armate.

Di seguito un approfondimento del Segretario Generale.
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Per il giorno 23 p.v. questa Segreteria, unitamente a quelle delle altre OO. SS. del “Comparto Sicurezza”, è stata convocata dalla Presidenza delle Commissioni Permanenti riunite I e IV della Camera dei Deputati per l’audizione in ordine ai disegni di legge riguardanti l’istituzione del comparto autonomo per le Forze di polizia e le Forze Armate e l’armonizzazione del trattamento giuridico ed economico del personale delle Forze di polizia e delle Forze Armate.

Nel prosieguo del percorso unitario recentemente ripreso con CGIL e CISL, nella convinzione che l’unitarietà e la compattezza del panorama sindacale, quantomeno, confederale possa sortire effetti più incisivi, specie nell’attuale contesto politico, come dimostrato da ultimo nel corso della trattativa concernente il protocollo di intesa per il rinnovo dei CC.CC.NN.LL. dei lavoratori del pubblico impiego, abbiamo ritenuto e concordato di produrre un unico intervento anche attraverso la redazione congiunta di un documento.

È, indubbio, difatti, che le proposte di legge su cui verterà l’audizione abbiano peculiare rilevanza per il personale interessato e siano destinate, una volta approvate, a segnarne il futuro contrattuale e professionale.

Non di meno, ancora più qualificante sarebbe affrontare pragmaticamente le tematiche afferenti all’omogeneizzazione degli ordinamenti in maniera da delineare il futuro della sicurezza e della difesa del Paese per aree di pertinenza, esaltando così le singole professionalità di Corpo ed individuali senza sovrapposizioni di competenze e confusioni di mansioni.

Più strettamente nei confini tracciati dal disegno di legge in esame, tuttavia, andrà illustrata la condivisione dell’intento di specificazione ulteriore del modello contrattuale e di diversificazione dal mondo del Pubblico Impiego, non come affermazione di separazione fine a se stessa, ma come riconoscimento delle limitazioni normative cui è soggetto il personale delle Forze di Polizia e delle Forze armate rispetto al mondo del lavoro e del delicato mandato istituzionale che quel personale è chiamato ad assicurare.

Riconoscimento che manca, sostanzialmente e sotto diversi profili, nella vigente normativa contrattuale. Soprattutto in tema di risposte alle esigenze di diversificazione tra Sicurezza e Difesa e nell’ambito della Sicurezza al diverso sistema normativo che regola le Forze di polizia ad ordinamento civile da quelle ad ordinamento militare. C’è inoltre un ulteriore aspetto che va affrontato atteso che l’esperienza maturata ha dimostrato che non è possibile definire un sistema retributivo di primo livello che dia risposta soddisfacente ai diversi metodi d’impiego del personale. Necessario quindi potenziare la contrattazione di secondo livello garantendo l’effettiva parità delle risorse economiche tra i diversi Corpi.

Andrà garantita in sostanza la retribuzione delle condizioni operative specifiche di ogni Corpo senza il cappio della formale uguaglianza delle diverse indennità che, nei fatti, creano disparità interpretative insostenibili e spesso neanche facilmente individuabili.

A tal uopo la nuova normativa dovrebbe prevedere:

  • la netta divisione delle procedure negoziali tra Forze di polizia e Forze armate;
  • la diversificazione delle procedure negoziali all’interno delle Forze di polizia tra Forze di polizia ad ordinamento civile ed ordinamento militare con una netta salvaguardia delle prerogative contrattuali delle OO. SS. ed una sostanziale evoluzione del modello di concertazione tale da non rappresentare una contrazione dei diritti sostanziali del personale a cui si riferisce;
  • l’estensione del sistema negoziale alla dirigenza civile e militare in analogia a quanto previsto per la dirigenza del pubblico impiego, dei diplomatici e dei prefetti

 

 

 

Per quanto attiene, invece, all’Armonizzazione del trattamento giuridico ed economico del personale delle Forze di polizia e Forze armate - Riordino dei ruoli dell’Arma dei carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di finanza e della Polizia penitenziaria, andrà evidenziato come il riordino del 1995 e la successiva modifica del 2001, non siano riuscite ad affrontare alla radice i nodi che avevano determinato l’intervento del legislatore.

 

L’equiparazione ha determinato, infatti, ulteriori diversificazioni e disparità ordinamentali tanto che ancora nel 2004 il legislatore è dovuto intervenire per sanare alcune posizione tra il personale delle Forze armate e, poi, per correggere i disallineamenti creatisi all’interno delle Forze di polizia.

 

Per affrontare la materia dell’omogeneizzazione retributiva riteniamo fondamentale che si proceda preliminarmente ad una ricognizione parlamentare delle diverse norme che sotto le più disparate denominazioni incidono sulle remunerazioni del personale determinando profonde disparità retributive anche in condizioni di parità d’impiego del personale stesso. Disomogeneità cui ha contribuito in maniera significativa il passaggio al sistema retributivo per parametri che ha allargato la forbice retributiva a discapito della qualifica di accesso alle Forze di polizia e Forze armate.

Combinando tale materia con l’omogenizzazione sotto un unico comune denominatore degli ordinamenti delle Forze di polizia, sarà possibile garantire, finalmente, un’effettiva equità di trattamento tra il personale di ciascuna di esse.

 

Omogeneità di funzioni e retribuzione calibrate su queste più che sulle posizioni gerarchiche. Un deciso passo avanti rispetto al sistema attuale dove il succedersi degli interventi normativi sta determinando la crescita esponenziale della scala gerarchica all’interno dei ruoli sganciata dalle specifiche esigenze di impiego.

 

Analoga operazione dovrebbe essere attuata per definire un modello di Difesa sempre più specifico e professionale.

 

Per rispondere compiutamente a tali esigenze, la nuova normativa in sostanza dovrebbe:

 

  • individuare ruoli e qualifiche per aree di competenza eliminano le attuali disparità di progressione e retribuzione, accentuando le modalità di accesso alle funzioni direttive ed in, quest’ambito, creare l’area della vice dirigenza in cui valorizzare i livelli culturali e professionali più elevati, favorendo poi l’accesso alla dirigenza;
  • riconoscere le professionalità maturate e garantirne la giusta collocazione in funzione delle diverse esigenze di impiego e, soprattutto, nell’interesse primario della collettività;
  • valorizzare la funzione dirigenziale in linea con il riconoscimento della contrattualizzazione e dell’arricchimento professionale apportato dall’accesso dei funzionari;
  • prevedere percorsi di qualificazione e aggiornamento professionale in linea con i processi di modernizzazione del paese ed i modelli di organizzazione del lavoro delle pubbliche amministrazioni.

Su queste basi stiamo concordando, in queste ore, il documento unitario con CGIL e CISL.

Vi terremo tempestivamente aggiornati sugli sviluppi.

Il Segretario Generale
Massimo Tesei