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L'avanspettacolo che non ti aspetti

 

Il Commissario Ultimo, per gentile e graziosa definizione, dopo la lettura di Sappe News odierno, si doveva esibire in uno spettacolo preceduto da istrioni, guitti e comparse, curato dalla GAS. Il Commissario Ultimo, esterrefatto da cotanto spettacolo, ha proferito solo alcune parole: “Scusate non posso essere all’altezza di una simile farsa”.

Poi a causa della dignità che gli impedisce di confondere i ruoli - funzionario del Corpo e Segretario generale di un’organizzazione sindacale - ha riflettuto sul suo defilarsi e sulla disinvoltura di chi partecipa a lavori come parte pubblica e poi, come organizzazione sindacale, non di persona,partecipa alla relativa contrattazione o, a firma di un dirigente di sigla, richiede la rimozione di personale che opera in servizi che ricadono sotto la sua responsabilità di funzionario, non si scompone quando un segretario nazionale del suo sindacato fa lo speaker alle precedenti feste del Corpo di polizia penitenziaria, non grida allo scandalo per queste commistioni di ruolo e funzioni, non inveisce contro un’Amministrazione acquiescente che lascia fare.

Poi, con le orecchie che fischiavano ancora per i rimbrotti del Commissario capo per non aver fatto parte del coro celebrativo per le sue prestazioni professionali, si è ulteriormente avvilito per l’appellativo di “brutto”così generosamente dispensatogli dalla GAS.

Titolo di film per titolo, ripensava ad uno analogo di tre aggettivi e gliene sovveniva uno degli anni 70: “Il cinico, l’infame ed il violento”.

Non è riuscito a dare una identificazione dei ruoli, causa la nebbia che avvolge la GAS.

Guardandosi allo specchio, si è rassegnato alla natura che, a prescindere dalla volontà del singolo, dona un aspetto più o meno rispondente ai canoni correnti di bellezza.

Si è consolato, però, nell’osservare coloro che gli hanno affibbiato la definizione.

Ragazzi, hanno ben poco da stare allegri. Sono iscritti d’ufficio alla riunione annuale che designa il più brutto d’Italia.

Il commissario Ultimo, non può vincere…. è destinato ad essere ultimo.

Parimenti ha tranquillamente considerato di essere stato fortunato.

Dopo gli insulti diretti e personali riservatogli in contrattazione da uno dei triunviri della GAS, ricevere “pensieri” epistolari è meno preoccupante.

Comico, magari. Esilarante, di sicuro.

 

Anche se l’affermazione dei componenti della GAS di non aver ricevuto mandato di essere umoristi è qualcosa di più che esilarante.

Non hanno il mandato e, comunque, lo fanno, naturalmente. Come naturalmente, per costituzione genetica, sono portati ad inveire ed insultare personalmente gli antagonisti sindacali.

Qui, oltretutto, entrano in campo la cifra personale e l’educazione.

Proprio vero “A ciascuno il suo”, anche se il defunto Sciascia si starà ancora rivoltando nella tomba per l’uso improprio che la GAS ha fatto del titolo di un suo scritto.

Con quel testo mirabile, Sciascia metteva a nudo l’ipocrisia di un intero paese e costringeva il lettore ad apprendere i particolari della morte del professore protagonista del romanzo, attraverso i vacui discorsi dei notabili delpaese che “ne fanno piccante confidenza, nella loro saggezza inutile di perfetti attori di un ambiente che creano e conservano”. (Tratto dalla recensione della Redazione Virtuale del sito Italia Libri).

Li avete già confezionati i notabili del paese e l’ambiente che creano e conservano.

Per cui davvero A ciascuno il suo, emerita GAS.

Perso nella nebbia che avvolge la GAS, infine, il commissario Ultimo, e con lui pressoché tutti gli appartenenti al Corpo ed all’Amministrazione penitenziaria, al di la degli insulti, ancora sta cercando di capire la sostanza dei “mirabolanti risultati” vantati e, visto che si parla di fatti e non di parole, sta ancora affannosamente rileggendo il testo della finanziaria per rinvenirvi traccia degli impegni assunti dal Governo.

Malgrado tutto, il commissario Ultimo, per il bene dell’Amministrazione e dei suoi dipendenti, coltiva la speranza, di essere smentito per i dubbi e vedere approvati quei provvedimenti per cui è stato proclamato prima lo stato di agitazione e poi si è tenuta la manifestazione a Roma.

Spera in un Ministro della Giustizia attento ai problemi del sistema penitenziario ed in un’Amministrazione funzionale.

Operazione difficile, pressoché disperata, basta leggere la mozione parlamentare presentata dai deputati dell’opposizione per preoccuparsi, ma perché non sperare nei miracoli, malgrado la GAS?

 

Il Segretario Generale
Massimo Tesei