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Gli effetti collaterali dell’estate

         L’estate, com’è noto a tutti, oltre ad essere la stagione feriale e, come tale, agognata dai più, presenta alcuni effetti collaterali di diverso spessore e portata, a seconda del campo e la sede in cui si riscontrano.

         Si pensi, per esempio, ai provvedimenti che passano più o meno in sordina, per il calo di attenzione e riduzione dei presenti persino nelle aule Parlamentari, ma anche agli effetti, a volte significativi, che il caldo in se stesso può produrre sulla lucidità di ragionamento.

         Così la G. A. S. (Grande Alleanza Sindacale) discetta su voci di nomina di un Comandante di Reparto presso la Scuola di formazione del personale di San Pietro Clarenza e si affanna a “tutelare” il personale per una tanto improbabile quanto agognata mobilità che avrebbe una sola direzione Nord Sud.

         Sorprende prendere visione di certe note, quando l’effetto “annuncio” è lo strumento principe di una politica sindacale tutta giocata sulla demagogia e sulla “vicinanza” al “potere”.

         Non sorprende invece che per attaccare le prese di posizione di una non meglio identificata organizzazione sindacale qualcuno faccia riferimento ai saldi di fine stagione.

         Strettamente collegata ai saldi di fine stagione, infatti, c’è, purtroppo, la pratica del “bidone”, ovvero del saldo fasullo. Parafrasando il titolo di un film semi serio americano di qualche tempo fa “Il giallo del bidone giallo” viene da domandarsi: ma il bidone giallo forse chiama alla mente altri gialli, come certi sindacati di un tempo?

         Mai come in questo periodo, infatti, la pratica del “bidone” è attuata a piene mani. Purtroppo destinatari di questa “sofisticata” strategia sono i poliziotti penitenziari tutti che, oggi, debbono prendere atto che “la coperta è corta”!, quindi,….inutile rivendicare i propri diritti. Ammennicoli come la mobilità volontaria, l’organizzazione del lavoro e via elencando.

Bisogna attendere che la GAS decida di volta in volta quale sia la “giusta strategia”.

 

 

Oggi la rotta è orientata in una “direzione” ben definita e netta. Anche se porta direttamente in un indefinito spazio oscuro, dove le responsabilità non sono più individuabili e non si capisce chi abbia ridotto il DAP nelle condizioni attuali.

Vuoi vedere che chi ha responsabilità dirette di gestione e poteri decisionali è la vittima sacrificale degli “orchi sindacali” che hanno stoppato la deportazione di 300 poveri cristi che avrebbero dovuto coprire carenze che nemmeno l’assunzione di 1500 unità circa è stata in grado di attenuare?

Quegli stessi orchi che stanno tentando di far rispettare le prerogative contrattuali, calpestate in più occasioni e chiedono di confrontarsi su uno straccio di progetto che tenga conto di tutti i servizi ed incombenze, assunti nel tempo dopo la riforma, di cui il Corpo deve farsi carico ad organico immutato?

Quegli orchi che chiedono che il personale del Corpo abbia reali pari opportunità e non veda negare l’accesso a determinati servizi se opera in sedi del Nord?

         Il soffocante e torrido caldo estivo, sta offuscando, peraltro, la mente di qualcuno al punto da fargli dimenticare la genesi della riforma e gli artefici di quella stagione: i sindacati confederali.

In questi giorni, infatti, qualcuno ha persino recriminato sulla libera sindacalizzazione. Quella sindacalizzazione che consente a ciascuno, indistintamente, di organizzarsi come meglio crede, anche tingendosi di giallo, anche dicendo fesserie.

         Illustrare i meriti del movimento Confederale richiederebbe troppo tempo, carta ed inchiostro.

Soprattutto, non vale affannarsi riguardo a chi, “a prescindere”, è contrario al movimento confederale, è simpatizzante del Governo e non prova alcuna remora ad allearsi con quanti fino a ieri aveva irriso.

Ma questo, scusate, non è l’effetto del caldo. È una costante nel nostro panorama sindacale.

         Speriamo, dunque, che la pausa estiva possa rivelarsi rigeneratrice e favorisca la riesumazione della maschera democratica che, seppur di circostanza, è sempre preferibile rispetto al palese manifestarsi di primordiali istinti totalitari.

   

Il Segretario Generale
Massimo Tesei