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Legge MEDURI, approvato il testo dall'aula della Camera. Il provvedimento torna al Senato dopo l'approvazione di alcuni emendamenti.

IL NOSTRO COMMENTO   

          

Ieri la Camera dei Deputati ha approvato con modifiche il disegno di legge, già licenziato dal Senato della Repubblica, la cosiddetta “legge Meduri” che tornerà quindi al Senato .

Molte OO. SS. di categoria hanno diramato comunicati stampa al riguardo.

Tutte, salvo la CISL schierata a favore del disegno di legge, hanno espresso malumore criticandone aspramente l’approvazione.

Non abbiamo partecipato volutamente al “rito” dei comunicati stampa perché, nell’attuale situazione, lasciano il tempo che trovano e non raggiungono tutto il personale, ma soltanto gli addetti ai lavori.

Ritengo perciò molto più utile riservare un approfondimento alla questione che, comunque, si trascina da tanto tempo.

Come abbiamo avuto modo di dire in sede di audizione informale alla Camera dei Deputati, riteniamo che la “legge Meduri” sia la risposta sbagliata ad un problema serio.

In quella sede abbiamo auspicato, peraltro, che il disegno di legge venisse modificato per evitare un danno peggiore del male che si voleva estirpare. La creazione cioè, nell’ambito dell’Amministrazione penitenziaria, di tre dirigenze di cui due destinate di fatto a rappresentare una dirigenza minore. Mi riferisco a quella a cui potranno accedere le professionalità diverse da quella di direttore di istituto penitenziario e quella della Polizia penitenziaria, esigua nei numeri e nelle prospettive. Altro aspetto controverso, da più parti segnalato, è quello del settore minorile i cui funzionari rimangono esclusi dalle previsioni pur espletando analoghe delicate funzioni.

Il provvedimento, peraltro, rappresenta una contraddizione in termini rispetto alle previsioni generali dell’organizzazione della pubblica amministrazione. Una contraddizione aggravata dal fatto che per 360 posti di funzione sia previsto un organico di 570 dirigenti. Per molto meno in termini di costi il cerbero del Ministero dell’Economia ha espresso feroce parere contrario.

 

Come solito in questo Paese, il “sacro fuoco” che avvolge i paladini di talune battaglie, ha dato l’ennesimo risultato incompleto. Una legge (quando sarà licenziata in via definitiva dal Senato della Repubblica) che suona più come premio [in se giustificato] ad una categoria per troppo tempo sottostimata e compressa nel ruolo di funzionario, ma obbligata ad assolvere ad incombenze dirigenziali, che come efficace e funzionale riordino gestionale degli istituti, uffici e servizi dell’Amministrazione penitenziaria a tutti i livelli.

Il Governo, la maggioranza che lo sostiene, con questa vicenda, hanno, per l’ennesima volta, perso un’occasione. Quella di dimostrare nei fatti e non nelle promesse, quell’attenzione verso il sistema penitenziario, in tutte le sue componenti, che vantano di avere.

Di ben altro, infatti, il sistema penitenziario ha bisogno. Di queste necessità, da tempo noi, e le altre OO. SS. di categoria, evidenziamo l’urgenza al Governo ed alle forze parlamentari che lo sostengono.

Evidentemente la necessità di far espletare i concorsi da dirigente previsti dal D. Lgs. 146/2000, di allineare le carriere dei commissari di polizia penitenziaria a quelle delle altre Forze di polizia, di ampliare la dirigenza del Corpo di polizia penitenziaria, hanno meno “forza” mediatica della “legge Meduri”. Molto più concretamente sono sicuramente più indietro, e di tanto, nell’agenda delle priorità della dirigenza del DAP che con tanto impegno ha spinto per la Meduri.

Come ribadito in altre occasioni, prendiamo atto della scala di priorità riservata dal Governo e dalla maggioranza alle problematiche del Corpo di polizia penitenziaria e del rimanente personale del comparto ministeri.

Sicuramente saremo meno ottimisti di chi, accontentandosi per evidenti ragioni di lobby, giudica la Meduri una splendida occasione per il rilancio dell’Amministrazione penitenziaria.

Non ne siamo convinti e di queste nere prospettive ne faremo tesoro al momento opportuno, quando il naso da Pinocchio di questo Governo e della maggioranza che lo sostiene sarà talmente lungo da rendere impossibile sostenerlo, per cui non sarà credibile ascoltare altre promesse che con ineffabile faccia di bronzo non mancheranno di fare.

   

Il Segretario Generale
Massimo Tesei