Approfondimento
UILPA Penitenziari
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A proposito di FESI 2004

Dopo la sottoscrizione dell’ANQ, anche in conformità a segnalazioni scaturite dalle Strutture territoriali, segnalammo all’Amministrazione la necessità di rivedere alcuni criteri di ripartizione del FESI.

I ritardi nella definizione dei protocolli d’intesa regionale e, soprattutto, degli accordi decentrati, hanno reso incongruenti alcuni dei criteri concordati, tanto da determinare disparità di trattamento e penalità per alcune tipologie di servizio operativo.

La previsione di un livello minimo di partecipazione alle turnazioni istituzionali per l’accesso al FESI 2004, almeno per noi, aveva l’obiettivo di razionalizzare l’impiego del personale nei servizi più disagiati. Razionalità di fatto vanificata dalla mancata definizione d’accordi decentrati che dovevano essere stipulati in tempi brevi ma che, invece, a distanza di oltre un anno attendono ancora conclusione.

L’Amministrazione, non solo ha ignorato le richieste di confronto della UILPA Penitenziari, ma ha pure diramato una rilevazione per corrispondere il FESI 2004 secondo le previsioni dell’Accordo.

   Ennesima “distrazione” di un’Amministrazione che dimentica le logiche contrattuali, i principi e le ragioni per cui si stipulano gli accordi. Dimentica, specialmente, che essendo un Accordo, c’è la legittima possibilità per una delle parti di chiederne la modifica se rileva un’applicazione incongruente rispetto a principi generali d’equità e pari opportunità.

L’Amministrazione, peraltro, ha la memoria corta anche perché dimentica che a causa di suoi calcoli errati, relativi al FESI 2002/2003, le OO.SS., responsabilmente, si sono sedute intorno ad un tavolo ed hanno, loro malgrado, sottoscritto un accordo che incideva sulle risorse del 2004.

La responsabilità maggiore, del resto, ricade proprio sull’Amministrazione che a distanza di oltre un anno dalla stipula dell’ANQ, non ha avviato nessun tavolo di confronto per la verifica della sua applicazione e questo nonostante specifiche previsioni.

L’Amministrazione, infine, dimentica che una questione delicata, come la ripartizione del FESI, con risorse limitate dagli interventi predetti, non può essere avulsa dal massimo del consenso e del gradimento da parte del personale destinatario.

Non favorire ed accettare il confronto, per individuare una soluzione percorribile, significa creare una grave ingiustizia tra il personale, ove per assurdo coloro i quali prestano servizio al DAP, al Ministero della Giustizia e ai Provveditorati Regionali percepiranno gli emolumenti del fondo, mentre molti di coloro che prestano servizio all’interno degli istituti, se non addetti al servizio a turno (matricola, posti fissi in generale e Nuclei Traduzioni), non avranno analoga possibilità.

Di questo l’Amministrazione Penitenziaria, a partire dal Capo del Dipartimento, deve essere cosciente e deve assumersi tutte le eventuali responsabilità amministrative e morali nei confronti di quel personale che con spirito di sacrificio e abnegazione consente il buon andamento del servizio.

Che la voce della UILPA Penitenziari non sia isolata lo dimostra che la decisione dell’Amministrazione abbia fatto scaturire analoga richiesta di modifiche da parte di CGIL e CISL.

Da qui la nota unitaria, con la richiesta di un immediato confronto e la sospensione delle procedure di rilevamento dati.

Il Segretario Generale
Massimo Tesei